Regia di Enrico Gentina
con Dario Muratore
Marco Pollarolo
Monica Prato

Tutti amano le storie. Qualcuno preferisce ascoltarle, qualcun altro raccontarle ma tutti le amano.
Miti, fiabe e favole fanno parte del patrimonio dell’umanità e quando parliamo non facciamo altro che narrare eventi passati o progettare eventi futuri. Parliamo e diciamo storie avvenute o che avverranno.
Ogni narrazione ha un tema. Il tema di Ubbikaai è la forza delle parole come espressione delle opinioni personali e come queste parole possano influenzare le azioni proprie o altrui.
Tre storie racchiuse in una più ampia cornice mostrano al pubblico alcuni tra i molti modi in cui può essere usata la parola: per esprimere consigli, pregiudizi, opinioni personali, per confrontarsi con gli altri. Se c’è qualcuno che parla c’è anche qualcuno che ascolta o che non ascolta ed è proprio questo scarto a fare la differenza nelle storie raccontate. Dentro c’è il confronto tra generazioni, tra culture, tra singoli individui.
Numerosi i personaggi rappresentati: la coppia influenzata dai pettegolezzi dei vicini, la donna occidentale impegnata nel persuadere un mite pescatore sui vantaggi di una vita dedita al guadagno senza limiti, un imperatore che mette alla prova gli abitanti del suo impero.
Attraverso la musica, il canto, la filastrocca, il mimo e la recitazione, i tre attori racconteranno storie provenienti da diverse parti del mondo, dalla tradizione orientale a quella africana, alla fiaba popolare, che i protagonisti del progetto hanno raccolto.
Uno spettacolo che si presenta con diverse chiavi di lettura, per coinvolgere spettatori di tutte le età.
Le storie
Marito e moglie, dopo essere stati vittima dei commenti dei vicini, criticano dei ranocchi che stanno partecipando a una gara. La vera gara, però, è tra chi esprime il pregiudizio e chi decide di non farsene condizionare. Chi prevarrà? Per questa scena abbiamo unito due storie: Il vecchio e l’asino di La Fontaine e la favola della Gara dei ranocchi (autore ignoto).
Un imperatore burlone porta nel suo impero uno strano animale e invita i suoi sudditi ad indovinarne la natura. Al vincitore andrà un baule carico d’oro. Riusciranno i sei concorrenti a risolvere il mistero? Tratta dalla parabola buddista I sei ciechi e l’elefante, questa storia parla di cooperazione e confronto.
Su una splendida isola paradisiaca una manager in vacanza incontra un pescatore del luogo e gli suggerisce un piano trentennale per cambiare drasticamente il suo stile di vita. Liberamente tratto da Il pescatore e il turista in “Il nano e la bambola”, libro di racconti di Heinrich Böll.
Le diverse narrazioni proposte ci consentono di vedere le diverse parti, l’incompletezza e la molteplicità delle storie umane e dei loro sentimenti collocando il giudizio tra le attitudini universali – o quasi – dei comportamenti sociali. Le diverse storie ci inducono ad un cambiamento di prospettiva relativizzando la verità che le persone spesso sono convinte di detenere. Ogni racconto ci invita al riconoscimento della poliedricità del reale obbligandoci a riflettere su noi stessi e su noi in relazione agli altri.
Quanto è difficile proseguire per la propria strada, rimanere fedeli a se stessi al di là dei commenti e dei giudizi altrui? Siamo soggetti in divenire immersi in relazioni quotidiane, relazioni vicine e relazioni lontane, relazioni calde e relazioni fredde. Quanto e come ci trasformano le relazioni e i suggerimenti che da queste ne provengono? Come ci rendono più saggi e quanto ci inibiscono questi “suggerimenti”?
Quali sono i suggerimenti e le parole che fanno diventare grandi e saggi sia i bambini che gli adulti.
La cornice
Marco e Mirco sono due attori con un sogno in comune: andare a vivere in Groenlandia, stato famoso per le favolose condizioni di vita dei teatranti. C’è solo un elemento che potrebbe ostacolarli: la presenza della pasticciona Margherita, da poco entrata a far parte della compagnia.
Potete avere maggiori informazioni visitando il blog dedicato.
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