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RIP

Di: Chiara Lombardo
Con: Giulia Bavelloni
Daniela Pisci

R.I.P. nasce dalla frase “Se domani finisce tutto…”.
Ecco, se domani finisce tutto che cosa salvo? Che cosa lascio? Chi rimane a parlare di me?
Ma soprattutto perché dovrebbe finire tutto?
Finisce tutto perche siamo al limite, siamo saturi, siamo stanchi. Finisce tutto perché tanto, prima o poi, mi ammazzo.
Cosa salvo prima di farla finita?
Teddy, l’orsetto Teddy. La pianta finta e l’ex fidanzato.
E’tutto. Nulla di più importante.
E cosa lascio? Che cosa “perdo”?
Perdo la caldaia rotta che il proprietario di casa non aggiusta. Perdo un contratto mai stipulato, un accordo in nero. Lascio l’immondizia da buttare, l’ex fidanzato (anche se avevo detto che l’avrei portato con me) e lascio delle tic tac sparse per terra. Non per un motivo preciso, solo per confondere le idee.
Lascio alle spalle i miti folli da tubo catodico degli anni 80, con i quali siamo cresciuti.

Un dubbio: ma la salma di Mike l’hanno poi ritrovata?
Lascio la parola a Barbara D’Urso, perché nuotiamo in questo mare, non c’è scampo.
Ecco l’alibi: non c’è scampo, cosa dovrei fare?
Cosa potrei fare? Non so nemmeno cosa vorrei.
Arrabbiati e immobili. Dimenticati i padri riottosi e le madri rivoluzionarie abbiamo abbracciato il nostro ‘Pisolone’* e ci siamo dati per malati. Fermi.
Qualcuno dice che siamo viziati.
Se abbiamo tutto, di cosa sentiamo la mancanza?
La casa c’è: un gazebo senza pareti, senza tetto.
La famiglia c’è: “…noi ai nostri tempi”
L’amore c’è: anche se sarebbe meglio chiamarlo sano, sanissimo, egoismo.
Insomma ci siamo -comodi o scomodi – tra mutande, reggiseni sparsi, piante finte, scatole di biscotti e pacchetti di patatine al formaggio. Ci siamo.
E abbiamo borsoni celesti da preparare per andare via, per partire, per farla finita e mettere un punto. Abbiamo degli slip rosa, dei pantaloncini comodi e delle canottiere coi buchi. Cosa ci manca?
Non possiamo pensarci su.
È già tempo di chiudere e di scegliere con cosa chiudere e come.
Io salirei in piedi su una sedia, su un tavolo ikea.
Io metterei la testa sotto un cuscino, farei un’ ultima ceretta, prenderei un ansiolitico, metterei a tutto volume una canzone di Gianni Morandi.
Si, Gianni Morandi. Così “uno su mille ce la fa”. Forse.

R.I.P. è pop senza dimenticare il punk. E’ oltraggioso, borderline, spietatamente surreale, incredibilmente lucido.
R.I.P. è una storia vera inventata.
È un dramma comico.
Una commedia tragica.

 

R.I.P. promo from MunicipaleTeatro on Vimeo.

Competenze

Postato il

gennaio 8, 2018

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