Borgo Maceria, nato dall’urgenza di parlare e di dedicare il nostro lavoro alla realtà attuale e all’assedio a cui è sottoposto il mondo della produzione culturale e artistica, è l’assedio che lasciamo alle spalle.
Con “Borgo Maceria” Municipale Teatro puntava l’attenzione su alcune linee guida: la manipolazione dell’informazione; l’impoverimento culturale e la relazione con l’impoverimento economico; la strumentalizzazione delle istanze violente della gente, l’’identificazione di nemici fittizi (l’altro, il diverso, lo straniero); la creatività come strategia di resistenza. E poiché correva il ventesimo anno dall’assedio di Sarajevo il gruppo di lavoro si poneva alcune domande avviando una riflessione di natura politica.
C’è qualcosa di ciò che è successo vent’anni fa nei Balcani che possa fornirci delle chiavi di lettura rispetto a ciò che accade oggi, qui? Esistono delle analogie, dei meccanismi simili, dei contrasti o delle differenze fra quella realtà e la situazione attuale? Come si sta ricostruendo a Sarajevo dalle macerie dell’assedio? Quali sono le nostre macerie? C’è da ricostruire? Come?
Le domande sono quasi sempre un buon punto di partenza. Il teatro, le azioni, quasi sempre una buona risposta. Borgo Maceria ha preso forma grazie a diversi interventi.

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